Al ponte di Albiano persi cinque mesi per la ricostruzione. Investire sulla manutenzione delle opere pubbliche

Per la ricostruzione del ponte di Albiano Magra, crollato l’8 aprile scorso, si sono già persi cinque mesi di tempo stravolgendo la vita quotidiana della popolazione e penalizzando enormemente il distretto manifatturiero lunigianese e lo sviluppo turistico del territorio. Se il presidente Enrico Rossi, in veste di commissario straordinario, avesse accolto la nostra proposta di ricostruire il ponte definitivo con Finmeccanica, oggi i lavori sarebbero già finiti. Ho fatto tappa con il mio tour elettorale ad Albiano Magra, al confine tra Toscana e Liguria, per confrontarmi con la popolazione e con i rappresentanti del Comitato No Rampe, che hanno raccolto centinaia di firme per ribadire la loro contrarietà nei confronti sia di un ponte provvisorio che di una rampa tra la cittadina in provincia di Massa Carrara e l’autostrada.

Si sarebbe potuto procedere affidando la progettazione e la realizzazione dell’opera a un’azienda pubblica specializzata in infrastrutture di notevoli dimensioni come Fincantieri, impegnata con successo nella ricostruzione del Ponte Morandi di Genova, e che aveva chiarito di essere in grado di ricostruire il ponte definitivo in quattro-sei mesi. Ma Rossi non ha voluto darci ascolto e oggi la situazione è identica a quella di inizio di aprile, senza che siano stati neppure rimossi i detriti e le macerie, con i pericoli che questo comporta con l’arrivo delle piogge e dell’autunno. La situazione rischia di aggravarsi, è irresponsabile aver buttato via questi mesi di buona stagione.